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Giovedì, 22 Settembre 2016 08:50

Anniversario dell'insurrezione del 21 settembre

Si è svolto il 73 anniversario dell’insurrezione di Matera contro l’oppressione nazifascista.
La giornata si è aperta con la deposizione di corone d’alloro al Cippo di via Lucana 

alla lapide di via Cappelluti e alla lapide di via Lucana. In questi ultimi due luoghi sono intervenuti attori del  Centro di Cultura teatrale Skenè, Marianna di Mona e Nicola Grande che hanno letto rispettivamente  un brano ispirato ai fatti avvenuti nel 1943 e i nomi dei caduti.
Il corteo composto dalle autorità e dalle associazioni combattentistiche e d’arma si è poi trasferito in Cattedrale dove il Vescovo, mons. Caiazzo ha celebrato la santa Messa. Nella sua omelia ha ricordato il sacrificio delle vittime materane e sottolineato il valore della libertà e della giornata che la città stava celebrando. “Un’occasione che è anche memoria, ricordo di quel sacrificio – ha aggiunto.
In conclusione della celebrazione, i partecipanti si sono trasferiti in piazza Vittorio Veneto dove, alla presenza delle  autorità, del Capo Dipartimento Affari Interni e Territoriali, Elisabetta Belgiorno,  del generale di Brigata Alfonso Di Palma, Comandante della Legione Carabinieri di Basilicata e della Banda della Brigata Pinerolo di Bari, si è svolta la manifestazione civile.
Gli interventi sono stati aperti da Angelo Tataranno, presidente dell’Anpi (Associazione Nazionale Partigiani) che ha annunciato che l’associazione è intenzionata a donare alla città una statua da porre al Cippo di via Lucana, in memoria delle vittime del 21 settembre 1943.
Tataranno ha aggiunto: “La nostra presenza avrà senso finchè ci sarà la necessità di ricordare e battersi per la difesa dei valori fondamentali che la Resistenza ha introdotto nella nostra Costituzione”.
Subito dopo ha preso la parola il presidente della Provincia di Matera, Francesco De Giacomo: “La giornata odierna coincide con il riconoscimento della medaglia d’oro al valor civile che ci è stato riconosciuto dalla  Presidenza della Repubblica. Oggi si vuol far memoria dei 21 cittadini che sacrificarono la loro vita; è importante mantenere viva la memoria della storia che è fattore costituente dell’identità stessa, riflessione critica costante”.
Nel suo intervento, il sindaco Raffaello de Ruggieri, facendo riferimento al riconoscimento della medaglia d’oro assegnata a Matera per il valore civile ha letto la lettera del Consigliere direttore dell’ufficio di segreteria del Presidente della Repubblica: “Il Presidente della Repubblica la ringrazia per il cortese invitio a partecipare il 21 settembre alla ricorrenza della strage di Matera, nel 73mo anniversario della insurrezione del popolo materano contro la barbaria nazifascista. Mi rincresce, al riguardo, comunicarle che la mole di impegni già in agenda non consente di darle una risposta positiva. Il Capo dello Stato desidera, tuttavia, far pervenir enell’occasione il suo vivo apprezzamento per l’iniziativa che tende a mantenere viva la memoria di una pagina storica del passato e una pagina tragica del passato onorando quanti hanno combattuto per affermare quei valoro di libertà e democrazia che sono alla base della nostra Costituzione. Con questi sentimenti di forte vicinanza il Presidente Mattarella mi incarica di inviare a lei e a tutta la comunità che, per quel tragico evento è stata insignita della medaglia dìoro al merito civile, i suoi più cordiali saluti”.
Il sindco ha poi sottolineato: “Oggi questa piazza, già piazza dela Fontana e poi del Plebiscito, si colora d’oro, di un colore che dà dignità e autorevolezza alla nostra città. Questa piazza ha seguito i percorsi di democrazia e crescita del nostro Paese e della nostra nazione. Qui celebriamo la Repubblica e la Costituzione, ma non basta solo celebrare. Bisogna ricordare i valori per cui questa democrazia è cresciuta”.
Il sindaco ha poi letto una lettera struggente di un condannato a morte, Giancarlo Passavalli che a 20 anni che in una lettera alla famiglia scriveva: “Caro padre, muoio per la mia patria. Ho sempre fatto il dovere di cittadino e soldato. Spero che il mio esempio serva ai miei fratelli e compagni. Iddio mi ha voluto. Accetto con rassegnazione il suo volere; non piangetemi ma ricordatemi a coloro che mi vollero bene e mi stimarono. Viva L’Italia. Raggiungo con cristiana rassegnazione la mia mamma che saldamente mi protesse. L’amavo troppo la mia patria, non la tradite e voi tutti giovani d’Italia seguite la mia via e avrete il compenso della vostra lotta ardua, nel ricostruire una nuova unità nazionale. Perdono a coloro che mi giustiziano perché non sanno quello che fanno e chel’uccidersi fra fratelli non produrrà mai concordia. A te, papà l’imperituro grazie per ciò che sempre mi permettesti di fare e mi concedesti. Ecco – ha proseguito – cosa è una testimonianza su cui riflettere: si muore a 20 anni nella speranza di costruire una nuova unità nazionale perdonando coloro che uccidono. Questi sono i valori che celebriamo oggi in questa piazza:  dobbiamo mettere in atto coerenza di vita e di testimonianza”.

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